Siamo un collettivo che, facendo da ponte tra diverse discipline, combina il potere emotivo con il potenziale pragmatico.

La nostra storia


Basso Profilo nasce nell'aprile 2007 con un manifesto programmatico realizzato da alcuni studenti della Facoltà di Architettura di Ferrara che definisce la centralità del contributo delle piccole cose nei micro-sistemi, la pluralità di punti di vista come presupposto del pensiero creativo, la macro-rete di connessioni come risorsa e il mutualismo come matrice di nuove possibilità operative. Da allora Basso Profilo afferma con progetti indisciplinati una visione multidimensionale dei problemi in contrapposizione all'iperspecializzazione dei saperi.

Ci costituiamo in forma associativa il 20 maggio 2008, dal 2011 siamo un'associazione di promozione sociale (APS) e dal 2022 anche ente del terzo settore iscritto al registro unico nazionale (RUNTS).

Il cane bassotto, logo dell'associazione, rappresenta la nostra volontà di guardare da un punto di vista differente ciò che ci circonda, identificandosi con il "disturbo culturale", quella sensazione di fastidio che l'innovazione può generare inizialmente nel fruitore, dovuta alla distanza creativa tra la nuova proposta e il gusto già affermato. Il "basso profilo", infatti, è una chiave di lettura che non si adatta comodamente a schemi mentali precostituiti e vive dell'incontro e delle contaminazioni tra cultura accademica, popolare e underground.

Basso Profilo è stata tra i fondatori nel 2011 del Consorzio Wunderkammer, community hub e porto di innovazione nella darsena di Ferrara, dove si è insediata. Dal 2020 ha anche una sede operativa nella città metropolitana di Bari ed è membro della rete nazionale di attivatori di spazi rigenerati a base culturale Lo Stato dei Luoghi.

 

Le nostre pratiche


Ci impegniamo, attivamente e dal basso, affinchè i principi dello sviluppo sostenibile possano trovare una concreta applicazione attraverso l’integrazione degli aspetti economici, sociali, ambientali. Portiamo avanti un progetto di welfare culturale poliedrico basato su un'idea orizzontale e non estrattiva della cura, tuteliamo e valorizziamo il patrimonio artistico e paesaggistico, diffondiamo la democrazia partecipativa.

Le nostre pratiche si sviluppano in uno specifico tempo, luogo, società, ma sono immerse in una fitta rete di inter-relazioni. Per noi instaurare nuove cooperazioni significa investire nell'aspetto sociale della creatività, opponendosi all'abitudine di vedere l'atto creativo come qualcosa di solipsistico.

Intendiamo i nostri progetti come una forma di un-design che, per gestire la complessità e rispondere alle sfide della permacrisi, rinuncia ai propri confini disciplinari in favore della contaminazione. Se il design riduce il molteplice al semplice, l'un-design permette di cogliere "ciò che è tessuto insieme", il complesso. Opponendoci convintamente a quella concessione passiva del progetto che prevede una netta distinzione tra produttori e fruitori, l'impatto per noi non si misura soltanto in termini di soddisfazione e di ritorno economico, ma soprattutto sul modo in cui il progetto agisce sul bagaglio cognitivo.  

Per il perseguimento dei nostri scopi sociali abbiamo organizzato incontri, attività di ricerca, didattica e divulgazione, performance, mostre e co-creato dispositivi narrativi e simbolici, progetti di urban social design e paesaggistici, architetture temporanee, percorsi partecipativi, strategie e servizi. Il "basso profilo" è, in ultima analisi, una matrice di possibilità operative per una rivoluzione sostenibile che punta sulla partecipazione diretta e consapevole all'esperienza culturale e alla trasformazione del paesaggio e della città.

"La rivoluzione va fatta senza che nessuno se ne accorga"
Bruno Munari, Verbale scritto